In questa pagina, il riassunto e la riflessione di Silvana, al termine di un "viaggio" così carico di significati.
L'articolo, è stato scritto per la rivista sociale "Colpi di Pedale" che, per l'occasione, ha pubblicato in copertina una bella immagine di
Silvana e Giovanni riguardante il ciclopellegrinaggio da loro ideato e portato a termine.

Roma - Santiago, Passo della Cisa, Monginevro, Col d'Osquich, Pirenei. Alto do Poio, Cebreiro…. Nomi, parole che mi frullano per la testa, di giorno e di notte, togliendomi talvolta il sonno.
Ce la farò? Sarò capace di fare tutti quei chilometri (3.000!) e tutte quelle salite con un carico sulla bici di 40 Kg.?
Pensa e ripensa: ho deciso! Comincerò facendo la parte italiana, poi si vedrà!
Iniziano i preparativi: abbigliamento ridotto all'osso, indumenti che siano adatti per temperature sia calde, sia fredde. Stoviglie e fornelletto a gas, sacco a pelo e sacco lenzuolo, mantella ed effetti personali. Cartine e libro del percorso.
Partiamo: io e Giovanni, detto Gianni, alle sei da Varazze, con un treno regionale caricando le bici nell'apposito vagone e, via fino a Pisa.
Poi, da lì, con un altro treno fino a Roma.
Prime difficoltà!!! Portar su e giù per le scale delle stazioni le bici che pesano un accidente!
Sono molto agitata: mi sto rendendo sempre più conto che, ciò che abbiamo deciso di intraprendere non è una cosa così semplice!
Non è di tutti i giorni che due ciclisti entrino con le loro bici negli Uffici del Vaticano per ricevere la Benedizione dal Vicario del Papa, Sua Eminenza Rev.ma il Cardinale Angelo Comastri. Infatti, l'emozione è molto forte!
Si parte! A sostenerci e a portarci fuori da Roma ci sono Filippo e Giuseppe dell'Avis di Roma e Andrea della S. C. Avis Nokia Siemens Networks di Cassina.
Antonio e Giuseppe, sempre della S.C. Avis NSN, ci seguono in macchina.
Ad un certo punto, in mezzo al traffico della periferia di Roma, Gianni mi porge una rosa. Un gesto gentile e molto apprezzato che mi rende  molto felice.
Rosa che rimarrà sulla mia bici, fin quando il vento non spargerà i suoi petali sulle strade dell'Appennino.
Arriviamo a Sutri, prima tappa. Entriamo nella cappella delle Suore Carmelitane di Clausura e veniamo inondati da un canto angelico e celestiale che, ancora oggi al ricordo, mi viene la pelle d'oca.
È il giorno 23 aprile 2008, gli amici sono tornati alle loro case, inizia il viaggio a due.
Gianni ed io, soli con le nostre bici. Che Dio ce la mandi buona!
Iniziano i saliscendi dell'Appennino, attraverso splendide strade tra uliveti, vigneti, campi di patate, di grano ecc… Borghi stupendi, arroccati in cima a certi colli che per arrivarci sputi l'anima, come a San Quirico D'Orcia.
Siamo a Siena. Giriamo per la Città con i nostri borsoni alla ricerca dell'ufficio autorizzato a porre il timbro sulla carta del pellegrino. Sono le 12 e 30, l'incaricato ritornerà nel pomeriggio, quindi bisogna aspettare l'apertura dell'ufficio ecclesiastico al pomeriggio. Si fa tardi.
Finalmente si riparte, ma a Monteriggioni non c'è più posto nell'ostello e quindi, a fatica, continuiamo verso Castellina Scalo dove, per fortuna, il parroco ci accoglie, con molta cordialità, in canonica.
Più ci avviciniamo al Nord, più trafficate sono le strade.
Spesso ci accompagna la pioggia e non sempre abbiamo la possibilità di asciugare gli indumenti o di fare una doccia calda, tant'è  che ci comperiamo un fon per asciugare gli indumenti, in particolare le scarpe.
Siamo a Pontremoli, il cielo è grigio e c'è un gran nebbione che nasconde la valle. Prepariamo i borsoni (sempre più difficile farci rientrare il tutto!).
Improvvisamente la nebbia si scioglie, stiamo inforcando le nostre bici e… compare Andrea, un amico! Che piacevole sorpresa!!!
Ci accompagna, con la sua bici da corsa, a fare la Cisa, al mio passo!!! Che fatica avrà fatto!!!!
Grazie Andrea!
Siamo in Piemonte e percorriamo delle strade in mezzo alle risaie, uno spettacolo!
Godiamoci questa pianura perché davanti a noi si intravedono le Alpi e bisogna attraversarle!
Ci carica emotivamente l'ospitalità ricevuta a Vercelli, a Lamporo, a Castiglione Torinese e ci arricchisce di esperienze umane molto, molto valide.
Ciò mi conforta e decido che non mi basta la sola parte italiana del percorso, vado fino in fondo …
Con l'aiuto e la compagnia degli amici della ciclistica AVIS NSN valichiamo le Alpi attraverso il Passo del Monginevro.
Siamo in Francia e qui è tutta un'altra musica: il percorso non è segnalato, tranne che in brevi tratti, non abbiamo la conoscenza di strutture che ospitino i pellegrini, fatta eccezione per San Gilles, dove ci accolgono con molta cordialità offrendoci il loro pane (i negozi sono chiusi) e le loro ciliegie appena raccolte.
Quante ore abbiamo perso alla ricerca dei timbri (le canoniche che ce li possono rilasciare sono spesso lontane dalle chiese) e ad aspettare che gli uffici aprissero!
Ma per noi erano dei cimeli da cercare e conservare preziosamente sulla nostra carta del pellegrino.
Ogni giorno poi, oltre che cercare i timbri, bisognava anche cercare alloggio per la notte.
Ci è capitato più di una volta di dover percorrere anche 20 Km. oltre la tappa stabilita, su e giù per colline, con neri nuvoloni sopra la testa e l'ora tarda della sera in arrivo.
Che emozione poi percorrere i lunghi viali alberati, vedere i platani, i papaveri, le iris che Van Gogh magistralmente aveva dipinto! Sembrava che il tempo non fosse trascorso!
Arriviamo a Lourdes sotto una pioggia battente e dopo diverse forature.
Ci sistemiamo e poi portiamo, con dei permessi speciali, le nostre bici fino alla grotta.
È molto strano: noi siamo lì con le nostre bici in mezzo a tante persone che sono sulle carrozzelle, noi "forti" e sani e loro ammalati e speranzosi di una grazia.
Portare la divisa dell'Avis ci rende ancora più orgogliosi e decisi di portare il nostro gagliardetto fino alla meta.
Arrivati a Sant Jean Pied de Port ci riposiamo e mentre aspettiamo Antonio, Carlo e Maurizio facciamo il bucato.
Ci aspettano ancora ben 900 Km. da percorrere sul sentiero di Santiago.
Contenti di essere un gruppo, affrontiamo con allegria i sentieri che attraversano i Pirenei tra pascoli, boschi e campi di grano e tanto, tanto fango.
Per me e per Gianni è come un ritornare a casa, un rispolverare un libro già vissuto, l'occhio cerca alcuni particolari scoperti tre anni prima, nel 2005. Le immagini e i ricordi diventano sempre più nitidi.
La stanchezza si fa sentire, ma a mano a mano che ci si avvicina alla meta cresce dentro di noi una forza e una euforia inspiegabile.
Nascono nelle nostre menti delle domande, dei perché di tutto questo, a cui non sempre riusciamo a rispondere.
Qual è la forza che ci spinge a raggiungere Santiago?
Non è solo un percorso in bici con degli amici ma molto di più.
Arrivi poi sulla piazza antistante la Cattedrale di Santiago e ti fermi, incredulo di essere arrivato, cosciente che è finito "un percorso", cerchi con lo sguardo gli amici, le persone che hai incontrato sul sentiero, che magari hai aiutato o ti hanno aiutato o semplicemente hanno dormito nel lettino accanto.
Indugi prima di entrare nella Cattedrale o negli Uffici a ritirare la tua indulgenza, che conservi come un trofeo, perché sai che dopo è tutto finito e si volta pagina.
Naturalmente con un bagaglio di meravigliosi ricordi e la voglia di riprovarci un'altra volta …magari a piedi.

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