23 MARZO 2012 -  FIORENZO  MAGNI "MAESTRO DI SPORT E DI VITA"  ALL'UNIVERSITA' BICOCCA

Venerdì 23 Marzo 2012, presso la Facoltà di Sociologia dell'Università di Milano Bicocca in occasione della 10ª Edizione del Master Universitario in "Sport Management, Marketing and Sociology" proposto per creare nuove professionalità approfondendo la conoscenza e l'analisi critica delle strategie per il business dello Sport e dei relativi aspetti socioeconomici e manageriali, Fiorenzo Magni all'età di 91 anni, è salito in cattedra ed ha tenuto una lezione agli studenti, 25 futuri Manager dello Sport, sul tema "Quando il ciclismo era leggenda: Coppi, Bartali e Magni".

La lezione, che era aperta anche al pubblico, ha visto la presenza di alcuni giornalisti di quotidiani, riviste sportive e Tv, ed è stata preceduta dalla presentazione di "
SPORT MOVIES & TV 2012 - MILANO INTERNATIONAL FICTS FEST" che si terrà a Milano dal 5 al 9 Dicembre 2012 con 110 Paesi partecipanti, del quale, il Professor Franco Ascani, direttore del Master Universitario e Membro della Commissione Cultura ed Educazione Olimpica del CIO (Comitato Internazionale Olimpico) è il Presidente. Proprio a Fiorenzo Magni, il 7 di dicembre, nel giorno della ricorrenza del suo 92° compleanno, la FICTS, Federazione internazionale Cinema Television Sportifs conferirà la "Guirlande d'Honneur", prestigioso riconoscimento assegnato a grandi personalità della Cultura e dello Sport.

Introdotto dal Professor
Franco Ascani, Fiorenzo Magni, toscano classe 1920, ha tenuto una lezione di Sport, ma anche di vita. In cattedra anche Auro Bulbarelli giornalista della RAI, che sulla vita e la carriera ciclistica di Fiorenzo Magni ha appena terminato di raccogliere in un libro le memorie, la cui presentazione ufficiale è prevista per il prossimo autunno al Museo del Ghisallo, in occasione del Giro di Lombardia.

Magni ha parlato di Bartali e di Coppi, ma anche di se stesso. Dell'invenzione del meccanismo degli sponsor che rivoluzionò il mondo delle due ruote e della creazione del Museo del ciclismo del Ghisallo, del quale è presidente.

«A tre anni ho rischiato che mi amputassero un piede e nel 1937 mio padre è morto investito da un'automobile - ha raccontato - lavoravo e allo stesso tempo mi allenavo in bicicletta, ho fatto fatica ma non mi sono mai perso d'animo. Dovete avere coraggio e combattere tutti i giorni per la pagnotta - ha indicato - anche se ora sono poco soddisfatto di come va il mondo perché si pensa solo a fare quattrini».


«L'Italia era divisa in bartaliani e coppiani. E il ciclismo era il primo sport, nel nostro Paese - ha continuato Magni - Conservo ancora a casa, incorniciata, una "Gazzetta dello Sport" del 1951: in prima pagina, titolone a nove colonne che celebrava il vincitore del Giro. Poi, sotto, in un angolino, l'articolo sul Milan campione d'Italia».

Altri tempi: senza il calcio a rubare la scena, c'era «solo da superare quei fenomeni di Bartali e Coppi, per guadagnarsi un titolo sul giornale. Mica semplice. Non ce n'erano molti più bravi di me - ha confidato Magni - ma Coppi e Bartali sì. Sulle strade, 8 cartelli su 10 erano per loro. E se oggi conta l'auditel, un tempo c'era il popolo. Cinquanta e cinquanta, si diceva fossero le percentuali con cui si divideva. Io dico 55% Bartali, che era religiosissimo, e la cosa influiva parecchio. Bartali era un credente al mattino prima della tappa, andava a messa. Anch'io sono un uomo di fede, ma non l'ho mai fatto. Bartali era dell'Azione Cattolica. Poteva telefonare in Vaticano: aveva la linea diretta».

Ad una domanda di uno studente se fosse stato a conoscenza dell'attività di Bartali durante la guerra nel trasportare documenti segreti per favorire l'espatrio degli ebrei, Magni ha riferito di esserne venuto a conoscenza solo in un secondo tempo «Era un segreto per tutti. Li nascondeva nel tubo della sella. Quei viaggi li ha fatti molte volte. Era un uomo coraggioso».

«Bartali l'ho conosciuto a 16 anni, io sono nato a Vaiano di Prato, lui di Ponte a Emma, alle porte di Firenze, toscani tutti e due, ma io gli davo del Lei. In gara non era mai stanco, non temeva il caldo né il freddo, non aveva mai fame o sete e, quando era stanco, pedalava facendo uno strano movimento con la gamba destra, e io lo capivo subito».
E Coppi? «Quando ho inventato la sponsorizzazione nel ciclismo con la Nivea, il Tour non voleva accettarmi. Ma Coppi disse: vengo se c'è Magni con la Nivea. - del campionissimo ricorda - Si tradiva con l'acqua: ne beveva a litri, se la buttava addosso, arrivava a bagnarsi persino gli scarpini, se era in crisi. Io invece mi mettevo in bocca un nocciolo di prugna e succhiavo quello: quante volte è stato la mia salvezza!"».

Magni comunque non ha rimpianti, solo parole d'affetto, come si usa tra sportivi veri. Nell'era di Bartali e Coppi è riuscito a vincere tre Giri d'Italia, tre Giri delle Fiandre dal 1949 al 1951 guadagnandosi il sopranome di "Leone delle Fiandre" e tre Campionati Italiani.

Poi, ricordando le grandi sfide coi due campioni, le fughe epiche, le salite sfiancanti... «Alla fine di una di queste - dice - una volta trovo mia moglie, che mi seguiva spesso durante le corse. Mi fa: "Quei due là son già passati e non erano neanche sudati". Io però sapevo quando potevo permettermi di attaccarli».

«Il fatto di gareggiare con Coppi e Bartali è stato per me una lezione fantastica: mi hanno insegnato a perdere. E non sapete quante volte capita, nella vita. Mi sono accorto di una cosa, al termine della mia carriera: vinci quando devi perdere e perdi quando devi vincere. Alla fine si torna sempre in parità».

Infine, dopo aver risposto ad alcune domande poste dagli studenti e dalla platea, ha poi concluso la sua "lezione" asserendo: «Nella mia vita ho vissuto momenti di gioia e di amarezza, ma non ho mai avuto rimpianti e non sono ancora arrivato al traguardo, ora sto già facendo l'elenco degli amici da invitare alla festa per il mio centesimo compleanno».

Fra gli applausi degli studenti e di tutti i presenti a Magni è stato fatto dono, da parte del professor Franco Ascani, di una maglia azzurra "MAGNI 92" con la riproduzione di una copertina storica della Domenica del Corriere del 4 giugno 1950 raffigurante: Bartali, Coppi, Bevilacqua, Kublet, Magni e Robic.
Auro Bulbarelli gli ha invece consegnato il menabò appena ultimato del libro dei suoi racconti "
MAGNI - La vera storia del Leone delle Fiandre" la cui  uscita in libreria è prevista nel prossimo autunno.

Sopra: la locandina dell'evento. Sotto: all'Università, in cattedra, Fiorenzo Magni e il professor Franco Ascani.

Nelle foto: il prof. Franco Ascani dona la maglia azzurra MAGNI 92 a Fiorenzo. Auro Bulbarelli il libro appena ultimato.

A sinistra: il menabò di Bulbarelli sulla storia di Magni. Sopra: al termine della lezione, la foto ricordo degli studenti con Magni.

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